Dausique


Eh si, l’avventura è cominciata esattamente il Primo Dicembre 2007, tra qualche dubbio-timore-indecisione su cosa sarebbe stato ed è finita ufficialmente Domenica 24 Febbraio: nel mezzo una miriade di note, di riascolti, di ascelle sudate, di caffè e di acqua dalla boccia (che almeno è digerita anche dal Giari) dello studio PLAY! di Alberto e Marco. Unica cosa certa già fin dall’inizio: la data di presentazione: 23 Marzo a Pragelato, la mitica sera di Pasqua, per riprendere la tradizione iniziata dai Lou Magnaut un bel po’ di anni fa.

Bella, si, proprio bella l’idea, ma fare gli asini sul palco è una cosa, quando registri e sai che poi qualcuno compra il CD ed è qualcosa che rimane, che viene riascoltato, beh questo cambia un po’ le cose! L’ assillo paturnioso di Davide dello sforare i 45’ perché sennò non è credibile, ci obbliga a stilare un nutrito elenco di pezzi. Ah si, la scaletta è di una trentina, ma puoi mica mettere Extratio, El Mercado, la Cochinchin o Jan la Rivello: è già stato fatto qualche anno fa, proprio da alcuni di noi!

E puoi mica mettere la Gigo o la Curenta della Val Varaita, o lo Sbrando, il Carnaval de Lanz o il Fandango: belli, bellissimi, ma ne esistono migliaia di registrazioni, magari migliori delle nostre. E allora? Allora, siamo sicuri di volerlo fare? Ormai è diventata una sfida. Luca: “Se non facciamo il CD entro la primavera, allora siamo nessuno!”. Urca, ma alura suma ubliga!

Apriamo il borsellino: qualche cosa in fondo c’è ancora, almeno per cominciare. Da precedenti contatti e per sentito dire sapevamo che a Bricherasio c’era un buon studio di registrazione. Abbiamo motivi per andare altrove? Sergio forse un buon motivo ce l’aveva, con quello che costa il gasolio, ma come al solito dove non c’è un leader e vige una sana anarchia, le minoranze contano per quante sono…: vada per il PLAY! Studio di Bricherasio! Abbiamo dieci pezzi, più o meno pronti, produzioni nostre e non, uno arriva dalla Galizia (“Ma pure il Galician?” sbotta Eelko), uno dalla Bretagna, dall’ Inghilterra, dal mitico Angelo Branduardi. Li mettiamo su: l’incubo delle STRUTTURE! Odiate, vituperate, eppure sempre lì, a ricordarci che in quel mezzo giro doveva entrare la ghironda e non il violino, che la batteria deve spippettare e non pestare all’ AC/DC, che quel benedetto foglio di carta colorato non può essere dimenticato a casa dal Giari, perché poi non sa più dove deve entrare…

Insomma, via con la ritmica che in un fine settimana fa lo sporco lavoro del tirare su muri, del costruire nota a nota lo scheletro del Grande Progetto, battuta per battuta, pezzo a pezzo. E poi , arrivano loro, i finitori, quelli che lavorano di cesello a smanettare su tasti, bottoni, corde e archetti. E i primi dieci vanno: ascolto, riascolto, brevi ri-registrazioni, seconde voci e cominciamo a crederci. Pausa natalizia. Dieci e Undici gennaio: comincia il mixaggio: qui mettiamo questo, lì mettiamo quello. Seconda voce sul Chezal: “Ma senti come suona!” “L’organo qui è penetrante!” Organo penetrante? Ma dove siamo finiti? E subito il coretto: “Viva la fisa!” Ah, Ok, adesso ci siamo…

Per un attimo, presi dall’ intensità dello studio, si è temuto il peggio, ma il fulgido “machismo DAÜ” è prepotentemente ritornato. E una terminologia a noi sconosciuta, che, adesso dobbiamo dirlo ad Alberto, non abbiamo sempre compreso la prima volta: “Il clarino è indietro”. Ma come? Nei concerti è sempre in prima fila! “Il basso è scuro”. Mah, scuro, è marrone, pure striato…” “Le note mi sembrano più shuffle”. Sciaffol? Ma pensa, noi lo facevamo e neanche lo sapevamo.
E comunque si procede: “Raga, qui urgono quattro-cinque pezzi per sforare i 45 minuti”. “Miiiii…. Ancora con ‘sti 45 minuti…”. La Gran Croisade, un mix di Gran Poterie e Bourrée Croisade, può rendere quasi a costo zero; la Chapelloise, quella consueta (perché “La Solita” è solo la Bourrée a due tempi). “Quale?” “Quella dove tu Eelko spippetti su Sergio” “Ah!”; Sansonette: “Si, ma è tutta da mettere su” “Però almeno sappiamo come fa” “Ah beh…”; il Circolo Vizioso: “Ma non suona come un circolo!” “Ma è quello coi cromatismi bastardi” “Abbiamo alternative nel giro di qualche giorno? No? E allora giù di cromatismi” “Forse arriva una nuova Bourrée a tre tempi da Pragelato” “Non facciamoci troppo affidamento” “Vabbè cominciamo con quattro: dovremmo sforare i 45 minuti…” “ANCORA LORO?”

Nuova sessione a febbraio per gli ultimi quattro pezzi, poco provati, ma suonati con una buona carica esplosiva. Si, siiii, siiiiiiiiiiiiiii… sono loro, sono belli, piacevoli da ascoltare, suonano bene le due Bourrée a tre tempi attaccate, e senti questo tempo, così shuffle (eh, dai, non sapevi neanche cosa volesse dire e adesso te la tiri…) e Sansonette, così prepotente, ma non invadente, un tripudio di basso e batteria, l’ inossidabile Chapelloise fatta per la prima volta quasi per gioco e adesso qui, onorevolmente al nono posto della Top-DAÜ. Domenica sera 24 febbraio: abbiamo tra le mani 14 pezzi mixati, un supporto di plastica che solo a guardarlo suscita commozione e tenerezza: quella copia, intoccabile ai profani (cioè a noi), fascettata, uno scrigno dal valore inestimabile con su scritto “MASTER” che sarà aperto solo da chi partirà per la produzione: ce l’abbiamo fatta, abbiamo registrato il nostro primo DAÜ-CD!!!

E la copertina? E il titolo?

Tutt’altra storia, nulla di così professionale, un elenco di ventiquattro possibili titoli, da mettere ai voti: vigliacca se in due siamo riusciti a scegliere lo stesso! “Facciamo una copertina con otto titoli diversi!” No, non è sembrata una via percorribile anche perché Ilaria stava producendo il disegno per la copertina e coprirlo con otto frasi completamente sconnesse tra loro sembrava proprio eccessivo. Non si pongono veti, ma emerge chiaramente come ogni DAÜ abbia interpretato diversamente l’idea del “progetto”. Il conclave alle ore ventidue di mercoledì 27 Febbraio ha dato fumata bianca e si è espresso in un DAÜsique. Elegante ma non troppo, breve, espressivo, lascia spazio anche alla fantasia. Ci può stare!

Elaborazioni grafiche a manetta e qui entra in azione mastro Riku con files, colori, collage, loghi, foto, scritte, sfondi, ritocchi fino ad arrivare alla superba realizzazione che voi avete (o presto avrete, sicuramente avrete) tra le mani. Ci auguriamo con tutto il cuore che possiate goderne dell’ascolto come a noi è piaciuto realizzarlo. In otto l’abbiamo pensato, in otto l’abbiamo realizzato, con l’insostituibile aiuto di Alberto e Marco. Signore e Signori, a voi DAÜsique

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